Perché i farmaci dimagranti, come ad esempio i GLP-1, cessano di essere efficaci dopo un certo periodo di utilizzo? I farmaci dimagranti rappresentano un significativo progresso nel trattamento dell’obesità per i pazienti con diabete, così come per coloro senza diabete ma con resistenza insulinica.
Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che tali farmaci, dopo un periodo di utilizzo, perdono la loro efficacia. Sembrerebbe che il metabolismo delle persone che li assumono entri in una fase di “stallo” metabolico, come evidenziato dagli studi condotti negli ultimi anni.
Ma quale è la ragione di questo fenomeno? Apparentemente, quando il corpo raggiunge un certo valore di peso, si attiva un ormone chiamato GRELINA, che provoca il cosiddetto blocco metabolico. Questo aumento della percezione della fame induce il soggetto a nutrirsi in modo disordinato.
Inoltre, molte persone che interrompono l’assunzione di farmaci dimagranti riprendono tutto o parte del peso precedentemente perso, vanificando gli sforzi fatti fino a quel momento. Ma perché, dal punto di vista fisiologico, il metabolismo rallenta dopo la perdita di peso? Ciò accade principalmente perché, oltre alla perdita di grasso, in assenza di un controllo adeguato dei parametri nutrizionali, si perde anche tessuto muscolare, determinando un rallentamento della perdita di peso.
Quale sarebbe, quindi, la migliore strategia per ridurre il sovrappeso in modo sano senza compromettere la massa muscolare? La strategia ottimale dovrebbe coinvolgere l’uso del minor numero possibile di farmaci, preferendo una perdita di peso naturale. Inoltre, è altrettanto cruciale mantenere la massa magra, cioè il tessuto muscolare.
Conservare il muscolo implica mantenere uno stile di vita attivo costante e praticare attività sportive, includendo sia esercizi aerobici per favorire la perdita di peso, sia esercizi di resistenza per preservare la massa magra e il tessuto muscolare.